
Ciò che ci limita è credere che il mondo sia un posto enorme e mai completamente raggiungibile.
Limita noi stessi e le persone che lavorano con noi, quelle a cui troppe volte chiediamo risultati senza mostrare i benefici che ne deriveranno.
Sono le persone a determinare il successo o il fallimento della nostra Impresa con la “i” maiuscola perché rappresenta una vera e propria missione nel mondo.
Cosa significa fare impresa? Immaginare il domani ed esserne costruttori.
L’imprenditore, l’artigiano, lo startupper è un attivista che scende in campo e crede nelle parole di Adriano Olivetti: «Il termine utopia è la maniera più comoda per liquidare quello che non si ha voglia, capacità o coraggio di fare. Un sogno sembra un sogno fino a quando non si comincia da qualche parte, solo allora diventa un proposito, cioè qualcosa di infinitamente più grande».
Per immaginare una visione occorre guardare oltre l’impresa e oltre se stessi, aprirsi e ibridarsi, incontrare gli altri, cambiare ed evolvere continuamente.
Per disegnare un’idea di mondo è necessario creare relazioni, promuovere la collaborazione, agevolare il dialogo, le sinergie, l’approfondimento comune.
L’impresa è il luogo della diversità e del progresso e la persona, indipendentemente dal proprio ruolo, deve sentirsi attore della storia, coautore della missione e della sua grandezza.
L’innovazione ha un senso solo se diventa patrimonio comune, strumento per migliorare la vita delle persone e acceleratore verso la sostenibilità economica, sociale e ambientale.
Nelle aziende, realtà storiche e società appena fondate, lavoreranno donne e uomini cresciuti con una visione sostenibile del mondo e aperta alla contaminazione tra saperi, orizzonti e punti di vista differenti.
Genererà valore chi saprà abbracciare la diversità del mondo, la reciprocità delle relazioni e la persona, unica grande risorsa e speranza per immaginare il nostro futuro.